domenica 19 febbraio 2012

Bruscitt

Gaggianese d'adozione da un annetto, mi sono ambienta piuttosto bene...
E dal macellaio e dal fruttivendolo di fiducia si scoprono un sacco di cose, tra cui questa ricetta semplice e gustosa.
A volte mi capita anche di chiacchierare con i muri, figuriamoci quanto si conversa quando si va a fare la spesa da un piccolo negoziante e ci si scambia qualche ricetta o qualche consiglio culinario.
Una mattina di quest' estate sono andata in macelleria e Samuele mi ha tritato 6 etti di carne e poi mi ha chiesto cos' avrei cucinato di buono.
Allora gli ho spiegato che volevo far saltare la trita in padella con la cipolla, e che poi avrei aggiunto friggitelli e pomodorini. Allora lui mi ha detto: "Ah, fai il Bruscitt!".
Dal fruttivendolo si ripete una scena simile. Anche lì tutti sanno che questo piatto, per me fino a quel momento senza nome, si chiama Bruscitt.
Addirittura mi narrano che fino a un po' di anni fa lo cucinavano anche ai bambini delle elementari ed era un considerato il piatto forte della mensa scolastica.
A me questo piatto fa venire in mente il Messico o comunque un paese dell' America Latina, infatti l' ho sempre servito col riso bianco, e invece è tipico di Gaggiano!
In realtà, curiosando un po', ho scoperto che questo piatto è originario di Busto Arsizio, anche se lì viene cucinato in maniera leggermente diversa.

Per 4 persone:

700 g di carne trita scelta di manzo (ancora meglio se tagliata a punta di coltello)
1 cipolla bionda abbastanza grande
12 pomodorini
4-5 friggitelli
sale
olio extravergine di oliva q. b.


Tritare la cipolla e farla soffriggere nell'olio fino a quando si sarà appassita.
Aggiungere la carne trita e iniziare a rompere i blocchi di carne con il cucchiaio. Salare e e far cuocere per circa 15 minuti a fuoco lento con il coperchio, rimestando di tanto in tanto.
Togliere il coperchio, unire i pomodori e i peperoni tagliati a pezzetti, ricoprire e lasciar cuocere per altri 15 minuti. Se si lascia cuocere a fuoco lento non serve aggiungere liquidi in cottura.
Se si vuole, al posto del sale, si può aggiungere un pezzetto di dado, vegetale o di carne.
Il piatto è pronto in poco tempo. Io di solito lo accompagno con il riso Basmati e delle verdure saltate in padella.
Se lo preparo in inverno metto un peperone rosso al posto dei friggitelli o anche solo i pomodorini.

domenica 5 febbraio 2012

Viticoltori di montagna

Finalmente con tutta questa neve l'inverno è degno di essere chiamato tale.
Fa freddo e dopo tante fatiche riesco a concedermi un intero week end all' insegna del relax, del cibo e delle cantine.
Era da un po' che volevo fare un viaggetto e anche se la meta non è poi così lontana va bene lo stesso, l' importante è staccare la spina.
Boario Terme non è proprio una bellissima cittadina, anzi, direi che se non avessi avuto la fortuna di avere un buono prepagato in un albergo di lusso con Spa annessa probabilmente non l'avrei scelta!
Una delle motivazioni più convincenti di questo viaggio è di sicuro la visita alla cantina del giovane Vignaiolo Enrico Togni, viticoltore di montagna che ha seguito la sua passione per il vino e per le vigne e l'ha trasformata in un lavoro.
Enrico è da ringraziare non solo per la sua gentilezza, ma anche per il consiglio di andare a mangiare all' Enoteca Rosso di Sera. Ambiente molto confortevole, etichette interessanti tra cui mi salta all' occhio un Bartolo Mascarello, cibo ottimo, prezzi onesti e servizio inappuntabile. Non so cosa scegliere da mangiare, ci sono un sacco di piatti che mi stuzzicano, ma alla fine mi lascio tentare da una gustosissima pizza con cipolla e pancetta, si scioglie in bocca e risalta l' impasto leggero e croccante. Anche i casoncelli speck e zucca e la tagliata sono ottimi, ma la pizza è insuperabile. Leggendo il menù noto con piacere anche l' attenzione per le materie prime e la scelta di molti prodotti a kilometro zero.
La domenica è il giorno dedicato alla cantina.
Enrico ci racconta un po' la sua storia, quella dei suoi vigneti e di ogni bottiglia e ci scappa anche una bella passeggiata nella neve, proprio per andare a vedere dove nasce il vino.
Penso che potrei stare un pomeriggio intero ad ascoltare quello che racconta un vignaiolo veramente appassionato e motivato; è bellissimo sapere mentre bevi un bicchiere di Martina perchè si chiama così, dove nasce, come "cresce" e anche immaginarsi la sua futura evoluzione.
Ogni sorso di vino, che sia Lambrù, Opol, Erbanno o Martina, è una spremuta di amore e passione per ciò che si fa ed è proprio bello bere un buon calice in modo consapevole, lo si apprezza ancora di più.
E dopo questa giornata la mia cantina è molto contenta di questi nuovi acquisti e io lo sono ancora di più per aver imparato anche oggi delle cose nuove.