sabato 17 dicembre 2011

Le radici sono una cosa bella

Nell' Alto Lazio, in provincia di Viterbo, c'è un paesino a cui sono molto legata, forse perchè parte delle mie radici sono lì..
Quando ne parlo, o ne sento parlare, mi si illuminano gli occhi e sento le farfalle nello stomaco, un po'come quando ci si innamora.
Mi ricordo che quando ero piccola e mio papà decideva che la settimana successiva saremmo partiti, io diventavo strafelice e non stavo più nella pelle e iniziavo subito a fare la valigia!
Partivamo sempre di mattina molto presto, con sveglia alle 4, per evitare il traffico e per non arrivare a Soriano nel Cimino con il buio. Le prime due ore dormivo sempre, tanto la strada fino a Parma mi era familiare e non mi piaceva neanche tanto. In prossimità di Bologna dicevo al mio papà di svegliarmi perchè volevo essere vigile e osservatrice mentre passavamo il tratto appenninico.
Io osservavo qualsiasi cosa e facevo a mio papà un sacco di domande, soprattutto sui gradi di parentela che sono sempre stati troppo complessi da ricordare!
Il viaggio era lungo, circa 5 ore e 30, anche se mio papà ogni volta sembrava quasi volesse superare il suo record personale.
Uscita dell'autostrada Orte, ancora una mezz'oretta e ci siamo quasi!

Finalmente, in lontananza, inizio a intravedere la rocca e tutto il paese che si inerpica intorno a questa. Più ci avviciniamo, più il cuore mi batte forte..e tutte le volte mio papà mi ricorda che il paese in cui è nato viene anche chiamato la Perla dei Cimini.
L'emozione è indescrivibile e tuttora è così, quando vado a Soriano sono sempre contenta.
Fatti i dovuti saluti a chi ci ospita, esco e inizio a girare per i vicoletti.
Profumi inebrianti di finocchietto selvatico, aglio e pepe sopraggiungono da ogni dove. Ascolto le voci che parlano un dialetto un po'strampalato ma per me bello e familiare. Osservo le casette in tufo, materiale predominante nelle costruzioni. Vado a salutare Ferruccio il norcino e Anna Maria del forno, che tutte le volte non mi riconoscono mai subito e poi mi dicono: "Ah, ma tu si'la fiia di Francesco! Ben arrivati!".
Compro un pezzo di pizza bianca (lì la focaccia la chiamano così!) e un pezzetto di porchetta e mentre li assaporo guardo il caos della piazza; poi riprendo su verso la rocca!
La strada è sempre tosta i primi giorni, dato che per arrivare in cima al paese c'è una salita ripidissima, ma è bello fare un po'di fatica. Salgo, un po'correndo e un po'no, arrivo su col fiatone e vedo mia zia che mi aspetta affacciata alla finestra, mio papà deve averla già avvertita del nostro arrivo.
A casa di mia zia c'è una finestra piccola piccola da cui si vedono la faggeta e i colli Cimini, che spettacolo!
La cosa più bella quando si va a Soriano è perdersi tra i vicoli, soprattutto nel mese di ottobre quando il paese è in festa per la Sagra delle Castagne e tutti i rioni sono addobbati per l'occasione.
L'ultima volta che sono andata a Soriano è stato tutto un po'diverso, alcune cose erano cambiate, ma la piacevole sensazione di sapere che una parte di me proviene da lì non me la può togliere nessuno, nemmeno quando affiorano alla mente pensieri tristi e malinconici.

Zuppa di ceci e castagne della Vigilia di Natale 

Ho mangiato questa zuppa squisita in faggeta a Soriano l'ultima volta che ci sono stata. Ho provato a rifarla poco tempo fa e mia sorella mi ha detto che questo piatto ha un equilibrio perfetto tra dolce e salato.
Ha un gusto particolare e devo dire che è piaciuta molto a tutti i commensali!
Ingredienti per 4 persone

200 g castagne secche
200 g di ceci secchi
200 g di pomodorini
1 rametto di rosmarino
2 spicchi di aglio
1 gamba di sedano
olio extravergine d'oliva
peperoncino, pepe, sale

Mettere in ammollo i ceci in acqua fredda per circa 12 ore.
In un tegame, meglio se di coccio, cuocere i ceci per circa un'ora o poco più.
A parte fare un soffritto con aglio e sedano, aggiungere i pomodori a pezzetti, il rosmarino e lasciar cuocere per 10 minuti. Poi togliere l'aglio e il rosmarino.
Quando i ceci sono quasi cotti, aggiungere nella stessa pentola le castagne secche e cuocere per circa 15 minuti. A cottura ultimata prendere due mestoli di ceci e castagne e passarli al passatutto o schiacciarli con una forchetta e lasciare intera la restante parte.
Unire tutti i legumi (sia quelli passati che quelli interi) nella pentola del soffritto, aggiungere un po'di acqua di cottura dei ceci e salare la minestra. Cuocere ancora per 5 minuti ed è pronta!
Servire con olio extravergine crudo, pepe, peperoncino e delle fette di pane casereccio.

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